venerdì 27 dicembre 2013

Futuristi e futurologi

Proseguiamo oltre in queste trame della mente, passando come dice il titolo, dal movimento artistico a una branca di autori e appassionati di scienze sociali e tecnologia. Vi è un nesso tra le due categorie, questo nesso si può trovare nella radice delle due parole, non banalmente come potrebbe esistere tra i panettieri e i paninari, bensì andando più a fondo perché entrambi questi profili condividono una tensione verso le possibilità auspicabili nel futuro che ci sta per arrivare addosso, mediamente molto più ottimistiche di quelle che in questi ultimi 5/6 anni distopici condividiamo un po' tutti noi italiani. Entrambi i movimenti, distanti l'uno dall'altro diversi decenni vedono nell'accelerazione tecnologica, l'uno di derivazione industriale, l'altro di derivazione post-industriale (o super-industriale), delle prospettive di cambiamento irresistibili. I primi muovevano l'immaginazione a partire dalle conquiste spazio-temporali di treni, luce e telefono, i secondi dalle aspettative dell'epoca in cui si conquistava lo spazio e i computers iniziavano a fornire potenze di calcolo e capacità di memoria fino a prima sconosciute all'uomo. Con l'ipotesi della messa in rete che si sarebbe poi verificata, si schiudevano imprevedibili opportunità di incremento della conoscenza e di diffusione della cultura.
Interessante è vedere come sia nel primo che nel secondo caso, delle nuove teorie sociali trovano espressione in campo artistico. Oggigiorno le istanze di chi riflette sulle attuali e future opportunità si esprime nel campo dell'arte visiva, anche in modo ansioso come ha fatto Camille Henrot all'ultima biennale col suo lavoro "Grosse Fatigue"; altro caso di contaminazione artistica della futurologia è stata quella che ci ha fatto riscoprire all'inizio di quest'anno tale disciplina. Leggendo la biografia di Juan Atkins, padre-padrino della Techno, siamo venuti a sapere che venne ispirato dall'opera di Alvin Toffler "La terza ondata", in particolare dal capitolo sui "Techno-renegades". Al riguardo postiamo il primo frutto di questa illuminazione: http://www.youtube.com/watch?v=kMHNhJJnve4
Inutile dire che per noi da lì si è aperto tutto un mondo sull'opera di Toffler e quella dei suoi epigoni, Naisbitt, Penn, Zalesne, De Masi etc... Appena in questi giorni abbiamo terminato la lettura de "Lo choc del futuro", il primo libro di A. Toffler pubblicato nel 1970; fu anche il testo trovato nel 1975 da Atkins in un doposcuola pomeridiano (ove la materia facoltativa opzionata dall'artista, pensate, già allora era proprio "futurologia"), che lo mise a conoscenza dell'autore. Vi mettiamo a disposizione la scheda del saggio di Toffler più recente (di cui a causa di un bug potete vedere recensione solo loggandovi), augurandovi che sia di spunto per nuove intuizioni artistiche: http://www.anobii.com/books/La_rivoluzione_del_benessere/9788879051507/0198c61ad956e0b51a/

Tenetevi pronti, vi aggiorneremo sugli ultimi sviluppi del movimento!!!

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